
E’ sugli accordi d Don Chisciotte, di Guccini, che la route estiva di quest’anno del Clan Rovato 1 ha mosso i suoi passi;
una canzone che tira fuori parole idealiste, un po’ matte, che si frappongono a quelle di un controcanto più reale dell’amico Sancho Panza, ma tutte con quel sano e sferzante desiderio di giustizia che contraddistingue il racconto di Miguel de Cervantes.
Come cavalieri erranti, in un mondo che inizia a soffocare nei propri fumi e a soccombere nei propri rifiuti, con lo spirito che solo una mente giovane può cambiare, fosse anche un solo riflettere più attentamente nelle singole scelte quotidiane e sull’impatto che può avere il proprio stile di vita nell’ambiente che viviamo.
La strada è lunga, è vero, e a tratti in salita, ma noi per fortuna siamo scout e il cammino è un nostro stile, e quest’anno che verrà avremo sicuramente tanti spunti su cui poter riflettere e intervenire.

Il 16 agosto il clan è così partito in treno da Rovato alla volta di Abbadia Lariana, sul lago di Como, iniziando due giorni intensi di cammino che li porteranno prima a Ortanella e poi a Bellano.
Le tende e le chitarre si fanno sentire presto sulle spalle, tra i sali e scendi del sentiero del Viandante e tra tramonti mozzafiato su uno skyline fatto di monti e acqua che ripagano gran parte delle fatiche.
A Bellano , poi, un tuffo nel lago si portava via anche gli ultimi sudori.
Ma quest’anno la route del clan ha anche un sapore particolare, un gusto che sa di accoglienza e di nuove risorse per pensare, ideare, agire, pronta a dare il benvenuto ai ragazzi del noviziato, partiti il giorno dopo, che per un intero anno hanno vissuto l’esperienza di una nuova avventura nel fare comunità, strada e servizio, in un modo del tutto nuovo.

L’incontro è previsto a Colico ma prima il desidero è quello di chiudere quest’anno facendo visita ad un luogo a noi molto caro: la Val Codera, nella base scout Aquile Randagie, i ragazzi scout di Milano e Monza che ai tempi del fascismo hanno proseguito la loro attività nonostante il divieto delle leggi fasciste, mantenendo fede agli ideali di vita che contraddistinguono questo metodo e salvando, ai tempi dell’occupazione tedesca, la vita a migliaia di persone aiutandole a trovare la fuga attraverso il confine con la vicina Svizzera.
Anche per i novizi i primi due giorni sono intrisi di fatica e di strada ma il luogo, le persone incontrate e la storia che accompagna questa valle ci hanno letteralmente avvolti di magia per la sua bellezza e riempiti di consapevolezza sulla nostra storia che qui, si sottolinea, non dobbiamo mai dimenticare.
La cerimonia di accoglienza avviene sul lago, in una piccola spiaggia di Colico, ed il noviziato completa il cerchio che il clan ha loro aperto proprio sull’acqua;
acqua come simbolo di vita, di trasparenza e di rinnovo di promesse.

La route prosegue adesso tutti insieme ed infine giungiamo a Tremenico, presso la base scout “Il Vivaio”, sul monte Legnoncino, al riparo dalle tempeste e dal brutto tempo che ha caratterizzato tutta la seconda parte di questo campo itinerante provocando anche danni nei paesi circostanti.
Qui viviamo un giorno pieno di riflessioni, su di noi, su quello che vorremmo essere e su quello che ci attende, in verifica costante con la nostra capacità di vivere coerentemente con i nostri ideali.
Sicuramente non saranno i mulini a vento la nostra prossima sfida, nè tanto meno un branco di pecore scambiati per un esercito di mori, ma saranno i nostri gesti concreti a fare la differenza in un clima che ormai cambia troppo repentinamente.
Una realtà che continueremo a voler giusta e con dei sogni su cui continueremo a credere, perchè questa terra continui a essere quel bel creato che il Signore ci ha donato e che è nostro dovere preservare.
Buona Strada

Emanuele
Alcune immagini della route CLICCANCO QUI